Alla chiesa si accede attraverso un “portale lapideo” eseguito da Giovanni Antonio Pilacorte, che ne doveva sostituire uno più antico di cui rimane un CRISTO PASSO, ora collocato nell’altare maggiore.
All’interno si presenta con una semplice navata, in cui si apre un’abside poligonale risolta con una volta a crociera a quattro vele, divisa da costoloni in rilievo e con tre spicchi triangolari nella sua parte terminale. Le vele della volta a crociera sono decorate con affreschi rappresentanti Santi, profeti ed evangelisti, mentre in alcune pareti dell’abside e del corpo della navata sono presenti affreschi rappresentanti alcuni momenti della vita di Gesù. Nel tardo ottocento la navata fu rimaneggiata e completata con due cappelle laterali: a destra quella dedicata a San Antonio da Padova a sinistra quella dedicata alla Madonna della Salute. Le pareti vennero decorate in stile liberty – floreale, venne pure modificato l’altare rinascimentale che fu sopraelevato con l’aggiunta di due gradini e di un nuovo tabernacolo barocco, arricchito con una corona di angioletti. La struttura della chiesa è “a capanna”. La facciata è coronata da un motivo circolare detto “ROSONE”. Il portale è formato da un caratteristico arco a tutto sesto, le due finestre laterali non sono una caratteristica peculiare del romanico, servono solo ad alleggerire la facciata molto compatta.

Il campanile con base quadrata è tipico del “ROMANICO”. Esternamente il corpo della chiesa, intorno all’abside, presenta delle decorazioni geometriche pittoriche di influsso mediterraneo e orientale come lo sono le fila di archetti intrecciati . E’ alto 22 metri e si trova sul fianco destro della Chiesa. Sostituì uno piu’ antico, resosi pericolante a causa di un fulmine che lo colpì nel 1942. Le tre campane sono state fatte dalla Fonderia di G.B. De Paoli di Udine: il loro concerto è in la-si-do diesis. Esse portano rispettivamente le date :1920,1920,1936; e una scritta “Il furore del nemico ci ha infrante, ma noi siamo ritornate in vita dal bronzo fuso dei cannoni, per cantare con voce squillante l’Italia e Dio” (“ME FREGIT FUROR HOSTIS AT HOSTIS AB AERE REVIXI ITALIAM CLARA VOCE DEUM-QUE CANENS”). Le campane, comunque, dal 1920 vengono chiamate: Maria, Antonia e Federica