Da un contratto notarile si apprende che i Camerari nel 1514 commissionarono al Pordenone gli affreschi della cupola e delle pareti del coro al prezzo di 48 ducati d’oro, mentre l’altare lapideo con statue e rilievi venne affidato a Giovanni Antonio Pilacorte che lo ha firmato e datato 1520.
Le vele della volta a crociera sono decorate con affreschi che rappresentano i Dottori della Chiesa, i Profeti, gli Evangelisti…….
Il pittore ha utilizzato una gamma cromatica chiara e luminosa operando con estrema libertà nella realizzazione pittorica.
Il linguaggio appare subito sintetico ed essenziale, capace di creare immagini di grande suggestione ed incisività. San Geremia è sicuramente la figura più originale del ciclo: imperiosa nel gesto e vigorosa nella semplicità della realizzazione cromatica, affidata a sole tre tinte: l’ocra rossa, il bianco e la terra di Siena.
Gli affreschi furono riportati all’antica bellezza nel corso del restauro, avvenuto dopo il terremoto del 1976, per porre rimedio ai gravi danni subiti dalla chiesa. In quell’occasione, chiuse le fratture con resine e consolidata la volta con la formazione di una controvolta in cemento armato, essi vennero ripuliti dall’affumicamento delle candele. Rimossa la patina grigia venne restituita agli affreschi quella luminosità che, assieme alla corposità delle figure, caratterizza la pittura del Pordenone.
Il restauro interessò anche il parametro esterno di mattoni, che nell’Ottocento era stato intonacato; vennero ripristinate pure le finestre e le porte originali.
Le opere di restauro vennero realizzate dall’Impresa di Natale Buffolo e dal restauratore Giancarlo Magri, mentre le spese vennero sostenute dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali attraverso la Sopraintendenza locale.